C’era una volta

La Confetteria Galletti Giuseppe, sotto i Portici di Dronero, inizio 1900
La Confetteria Galletti Giuseppe, sotto i Portici di Dronero, inizio 1900

Nei locali dove adesso si trova la Pasticceria Caffetteria Cucchietti, nella seconda metà del 1800 Davide Galletti apriva una confetteria con una saletta-salotto attigua. Dava così inizio inconsapevolmente alla tradizione pasticcera di Dronero, che sarebbe stata capace d’ispirare anche quella del capoluogo Cuneo, ma soprattutto si sarebbe fatta conoscere e apprezzare ben oltre i confini della piccola cittadina della Valle Maira.
È solo a partire dal 1890 che ci fu un’impennata della notorietà. In quell’anno infatti, passavano a Giuseppe Galletti (1865-1929) le redini dell’attività paterna.

Il Cav. Giuseppe Galletti
Il Cav. Giuseppe Galletti.

Lui si definiva “confettiere”, ma descriverlo come un comune pasticcere sarebbe decisamente riduttivo.
Mente vulcanica e dotata di buon gusto in tutti i sensi, traendo spunto anche da conoscenze popolari, tradizioni e prodotti del posto, inventava e rivisitava ricette di dolci e di liquori. Sua per esempio la creazione del Liquore delle Vergini come pure dell’Elixir Valmala, che aveva come ingredienti varie erbe raccolte in prossimità del non lontano e omonimo santuario mariano, rinomata meta di pellegrinaggi della diocesi di Saluzzo.

Busta utilizzata in occasione della Esposizione Generale Campionaria Internazionale di Torino, nel 1905.
Busta utilizzata in occasione della Esposizione Generale Campionaria Internazionale di Torino, nel 1905.

E presentando all’Esposizione Generale Campionaria Internazionale di Torino nel 1905 una pralina a base di meringa, rhum e cioccolato aveva vinto il massimo premio, con tanto di medaglia d’oro e diploma.
Nato secondo l’aneddoto da un imprevisto in fase di lavorazione, quel dolcetto chiamato “Dronerese” avrebbe avuto non solo un successo immediato ma anche un seguito prodigioso.
Rielaborato da molti pasticceri della provincia, che di volta in volta gli hanno assegnato il nome del proprio paese, la sua produzione sarebbe continuata fino ai giorni nostri. Quindi, accanto a molte versioni di Droneresi, esistono anche i “Bargesini”, i “Saluzzesi” e naturalmente i “Cuneesi al Rhum”.
Il padre di questi ultimi è stato Andrea Arione, per così dire un discepolo della bottega, che ne ha depositato il nome nel 1943.

In un’intervista pubblicata da il Corriere il 31 gennaio 1992 la figlia di Giuseppe Galletti, la signorina Cecilia che ha trascorso gli ultimi anni della sua vita nell’alloggio situato sopra al negozio di Dronero, raccontava di un giovane Andrea Arione che lavorava da loro e che poi, imparato il mestiere, si era spostato a Cuneo dove aveva aperto una propria attività. Attingendo ai suoi ricordi da bambina, rammentava di quando anche lei aiutava a sbucciare le castagne per la preparazione dei marron glacé, oppure ripuliva le forme delle caramelle o incartava i Droneresi, senza mai cedere alla tentazione di un assaggio, perché si trattava di lavoro. E ancora, diceva: “Allora c’era quella pasticceria sola, con il bar. E nella saletta mostre di pittori, in casa nostra tanti amici, perché papà era tipo gioviale, che amava la gente e la famiglia, che sedeva sempre al completo attorno al tavolo ai pasti. Frequentavano casa nostra i Bergia, inventori dell’ancor oggi famoso rabarbaro. E c’era tra i suoi grandi amici di quegli anni anteguerra il Presidente Giovanni Giolitti, che quand’era a Dronero era di casa da noi.”

Fattura indirizzata a Giovanni Giolitti, per la fornitura di biscotti.
Fattura indirizzata a Giovanni Giolitti, per la fornitura di biscotti.

E proprio a lui, “l’uomo di Dronero” eletto nel 1882 alla Camera come deputato di Cuneo e più volte Presidente del Consiglio (in modo discontinuo tra il 1892 e il 1921), l’amico e sostenitore Giuseppe Galletti aveva dedicato una specialità di sua invenzione, il Biscotto Giolitti, ideale per il tè.
Il politico aveva così tanto apprezzato quella pasta secca da offrirla durante le sue campagne elettorali e portarla persino alla buvette di Montecitorio. E una fattura a lui intestata ne conferma ancora il consumo in gran quantità.
Oltre all’aristocrazia di Dronero, che aveva fatto del bar-confetteria il suo salotto, tra i clienti abituali c’erano anche gli amministratori locali, che avevano una certa confidenza con il Cavaliere Giuseppe Galletti, essendo stato lui stesso consigliere dal 1903 al 1918 e Sindaco nel 1919. E bisogna anche dire che l’ingresso agli uffici comunali del tempo, proprio a fianco del bar, lo rendeva il ristoro più prossimo.
I premi e le onoreficenze meritate da Monsu Gallet sono state parecchie, e le relative targhe tappezzavano le pareti del locale.
Nel 1930 l’attività passava al figlio Davide che, terza generazione, avrebbe però concluso l’avventura familiare nemmeno quindici anni dopo. A lui il merito di aver raccolto e trascritto in preziosi quaderni più di cento ricette originali di dolci e di una trentina di liquori.

L'interno della caffetteria, in una foto degli anni '50.
L’interno della caffetteria, in una foto degli anni ’50.

Nel 1954 subentrò Sandro Isaia, che già da anni lavorava in pasticceria come dipendente: la signorina Cecilia raccontava di quando lui nel “pastino” (cioé nel retrobottega) le insegnava passi di danza, facendo mettere i piedini della bimba sui suoi.
Verso la fine degli anni ’70 la proprietà venne acquisita dalla famiglia Martini e nel 1991 da Patrizio Ghio, che la tenne aperta fino al 2006. Seguirono anni di chiusura, vera occasione mancata di mantenere in vita un’attività che aveva illuminato in modo così importante la storia di Dronero.

Ma ecco il riscatto nel 2011, quando una giovane coppia, non nuova a questo tipo di attività, ha ristrutturato i locali e aperto come “Antica Pasticceria Caffetteria Cucchietti”.
Il nome fa solo rima con Galletti, che nella nuova insegna non compare. Ma Daniele e Nadia, grazie a passione, serietà e voglia di offrire prodotti nuovi, hanno rianimato lo spirito dormiente dello storico locale e del suo fondatore.